Canale d’Agordo (Canal in ladino-veneto, già Forno di Canale fino al 1964) è nella provincia di Belluno Dolomiti in Veneto.
È famoso in quanto paese natale di papa Giovanni Paolo I (Albino Luciani), oltre che del paesaggista Giuseppe Zais e del poeta Valerio Da Pos.
La legge 482/1999 ha riconosciuto i comuni dell’Agordino come zona a minoranza linguistica Ladino.
Il centro abitato si colloca in Valle del Biois, alla confluenza dei torrenti Biois e Liera e all’imboccatura della Valle di Garés.
È circondato da importanti vette dolomitiche quali Civetta, Pelmo, Cima Pape, Sass Negher, Pale di San Martino, Cimon della Pala, Cime d’Auta e la Marmolada.
Le prime testimonianze dell’esistenza del paese si trovano in un documento (bolla di Papa Lucio III) del 1185, dove è citato insieme alla chiesa di San Simon di Vallada, allora detta San Simon di Canale. Verso il XIV secolo iniziò l’attività dell’industria mineraria nelle cave di ferro, piombo e mercurio del Sass Négher e di Sàis, montagne della Val di Garés; nacquero così le fucine per fondere i metalli in località “I Forn” e “Medevàl” e così Canale divenne il secondo importante centro minerario dell’Agordino dopo Agordo. Con il ferro di queste fonderie venivano forgiate ottime spade per la Serenissima. Nel XIX secolo cominciò a fiorire il turismo con la nascita del primo albergo “Al Gallo” della Val del Biois; esso servirà ai primi escursionisti (come Francis Fox Tuckett, John Ball, il geografo Giovanni Marinelli e Alfred Von Radio-Radiis) che scendevano dalle Pale di San Martino attraverso l’Altopiano delle Comèlle.
Canale d’Agordo è uno dei pochi paesi dell’Agordino che presenta molte sorgenti d’acqua potabile (convogliate nell’acquedotto cittadino), ciò testimoniano le numerose 19 fontane di acqua che si possono trovare all’interno paese (escluse località e frazioni).
Gli antichi toponimi ci fanno capire le origini di vari luoghi come il nome antico della piazza era “Col” (chiamato così perché la piazza si trova su un colle di un antico terrazzo alluvionale), in seguito cambiato in “Prà di San Zuanne”, (cioè il prato di San Giovanni su cui si regge la secolare chiesa della pieve o arcipretale), successivamente in “Piazza della Pieve” e tuttora Piazza Papa Luciani. Se si osserva con cura la piazza cinquecentesca si può notare la somiglianza di alcuni edifici nello stesso stile architettonico.
Architetture civili
• La vecchia sede municipale del 1400 (fu un antico ospizio per viandanti e successiva sede della confraternita dei Battuti, ora Museo Albino Luciani) utilizzata fino al 1982.
• La fontana in pietra disegnata da Giuseppe Segusini, donata assieme alla facciata della chiesa arcipretale del 1859 circa, dal dott. Giovanni Battista Zannini (manca il basamento originale, trafugato nei lavori di riposizionamento).
• La prima birreria d’Italia (dietro la chiesa) fondata nel 1847 dal dott. Giovanni Battista Zannini durante il dominio asburgico e acquistata a fine Ottocento dai tre fratelli Luciani, fondatori della Birra Pedavena.
• La prima Latteria Socio Cooperativa istituita in Italia nel 1872 dall’arciprete don Antonio Della Lucia, situata in via Roma, usata solo come punto vendita di prodotti lattiero caseari nel periodo estivo.
• La “Casa delle Regole” (antica forma di amministrazione locale ora sostituita dai municipi) risalente all’anno 1640 nella borgata di Tancon nell’omonima piazza.
• La casa natale di Papa Albino Luciani in via Rividella 8.
• La casa natale di Giuseppe Zais (o Xais), alla testa dell’omonima via, famoso pittore paesaggista del Settecento.
• L’antica casa “Vendramin” del 1400 fu abitazione del direttore delle miniere di Garés in località Val.
Architetture religiose
• La chiesa della Pieve o Arcipretale in Piazza Papa Luciani.
• La chiesa della Beata Vergine delle Grazie e di san Gottardo nella frazione di Garés del XIV secolo.
• La chiesa del Santo Spirito nella frazione di Carfon del 1717.
• L’oratorio della Beata Vergine Addolorata nella frazione di Fregona del 1926.
• L’oratorio del Santissimo Redentore nella frazione di Feder del 1933.
• I numerosi capitelli votivi per tutto l’abitato (detti Atriòl), da citare il più antico del 1800 in via Rividella
Cucina
Nei primi piatti della tradizione locale troviamo gli Gnocchi ed i Canederli, grossi gnocchi composti di un impasto a composizione variabile di pane raffermo.
Carni
Il prodotto tipico locale è il “Pastim” (nel territorio della bassa bellunese e nel feltrino viene chiamato “Pastin”) è inserito nella lista dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani. Può essere consumato crudo, cotto alla griglia o all’interno di un panino detto panet col Pastim.
Il pastìn è una pietanza tipica bellunese a base di carne tritata alla grossa di maiale e manzo, uguale alla salsiccia (tipicamente veneta), salata e speziata, o più semplicemente l’impasto del salame appena fatto e non stagionato ma con una specifica e corretta percentuale di sale (Belluno). Il pastin è inserito nell’elenco dei prodotti tradizionali veneti. Nelle zone dell’alto Agordino viene chiamato Pastim con la lettera m anziché con la n. Noto fin dal medioevo, è un cibo prevalentemente invernale, ed abbinato alla classica polenta, veniva un tempo consumato al momento dell’abbattimento del maiale. Può essere consumato crudo, spalmato sul pane o alla griglia o può essere parte di ricette più complesse.
Tipico e vivamente apprezzato dai bellunesi, che ne vanno ghiotti, è il famoso panino con pastin e formai (formaggio) alla piastra, classica pietanza servita nelle sagre paesane del bellunese.
Dolci
I dolci della tradizione locale sono di vario genere come lo Strudel o le Fortaie (introdotte con le varie migrazioni lavorative nella valli di lingua Tedesca) ma quelli principali sono i Carfogn (piccoli crostoli ripieni di un composto di semi di papavero per uso alimentare) e le “Lasagne da Fornel”.
Eventi
• La Casparetha è una camminata invernale in notturna non competitiva che si svolge ogni primo sabato di febbraio, dislocata sul tracciato della pista ciclabile, con la partenza da Piazza Papa Luciani fino alla località Pian De Sabion, attraverso la suggestiva Valle di Garés.
• La Žinghenésta, si festeggia l’ultima domenica di carnevale con un corteo di personaggi particolari con maschere antiche e che sfilando per la Valle del Bios si riuniscono a Canale per il fulcro della festa, con balli in piazza e per terminare con “il processo al Carnevale”.
• La Gara de le Ridòle con le vecchie slitte usate un tempo per portare la legna o per altri trasporti; si corre di solito nel periodo invernale.
• El Tiro al Vof, tradizione secolare di Canale che si festeggia il giorno di Pasqua ed è dedicata principalmente al divertimento dei più piccoli, ma anche degli adulti. Si tratta di un gioco particolare, si usano come bersagli delle uova sode con il guscio e con una moneta bisogna centrarla a pieno.
• La Sagra de San Doane è la più importante e si festeggia il 24 giugno, con la santa messa nella chiesa arcipretale; durante questa festa vengono dislocate le bancarelle del mercato per le vie principali del paese mentre in piazza si trova il tendone dell’enogastronomia locale ed il luna park.
• La S.Messa in piazza per l’anniversario dell’elezione di papa Giovanni Paolo I, il 26 agosto.
• El dì del trator, raduno di trattori d’epoca e moderni con sfilata per i paesi della valle. Si svolge la prima domenica di ottobre.